giovedì 16 luglio 2015

100 Trucchi per Windows 7 e Windows 8: Sbloccare un programma che non risponde - Zeus News

25. Sbloccare un programma che non risponde

Prima di Windows 7, se un programma si bloccava e non dava più segni di vita c'era poco da fare: si poteva terminarlo, spesso, ma i dati non salvati erano irrimediabilmente persi. L'articolo continua qui sotto.  A partire da Windows 7 esiste una possibilità di recuperare il funzionamento dell'applicazione.
Quando un software si blocca e non vuole saperne di tornare a rispondere, la prima cosa da fare è aprire il Monitoraggio Risorse (Resource Monitor). Per farlo è sufficiente scrivere Resmon nella barra di ricerca del menu Avvio di Windows 7 o della schermata Start di Windows 8: il sistema proporrà il collegamento a resmon.exe, sul quale dovremo fare clic.

Il Monitoraggio Risorse è un programma che offre molte informazioni sul computer e sui processi in esecuzione Ciò che ci interessa sta nella scheda CPU, dove il programma bloccato dovrebbe essere evidenziato in rosso. 




 (Fai clic sull'immagine per visualizzarla ingrandita)
Una volta trovatolo, occorre fare clic con il tasto destro su di esso e selezionare Analizza catena di attesa; si aprirà una nuova finestra nella quale sarà mostrata una lista di processi, dipendenti l'uno dall'altro. Quello al livello più basso, nel ramo più basso dell'albero di processi, è quello che blocca il programma.

Se non si tratta di un componente di Windows o di un altro elemento di importanza critica, lo si può selezionare con l'apposita casella posta di fianco al suo nome e quindi chiudere tramite il pulsante Termina processo, avendo cura di aver salvato prima tutti i dati aperti nelle altre applicazioni: c'è sempre la possibilità che qualcosa vada storto. 




 (Fai clic sull'immagine per visualizzarla ingrandita)
A questo punto, il software che era bloccato dovrebbe tornare a rispondere.

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lunedì 13 luglio 2015

A cosa serve realmente la rimozione sicura dei dispositivi? - Zeus News

A cosa serve realmente la rimozione sicura dei dispositivi? - Zeus News: "A cosa serve realmente la rimozione sicura dei dispositivi?

La manfrina della rimozione sicura delle chiavette USB e dei dischi rigidi esterni è davvero necessaria?





[ZEUS News - www.zeusnews.it - 12-07-2015] Commenti (4)


È una di quelle domande che tutti si pongono mentalmente ma che molti non osano formulare pubblicamente per paura di fare brutta figura: ma la manfrina della rimozione sicura delle chiavette USB e dei dischi rigidi esterni è davvero necessaria?

Capita spesso, infatti, di rimuovere fisicamente di fretta uno di questi dispositivi dal computer senza passare dall'icona di rimozione sicura, eppure non succede nulla di male. Allora come stanno le cose?

La rimozione sicura è una compagna degli informatici sin dalla preistoria dei computer. Per tradizione, i sistemi operativi gestiscono i dispositivi di memoria di massa (all'epoca principalmente dischi e dischetti) presumendo che non spariscano di botto mentre è in corso una lettura o scrittura di dati su di essi.

Ai vecchi tempi c'era addirittura un sensore meccanico che rilevava la presenza del disco o dischetto e alcuni computer, per esempio i Mac, bloccavano meccanicamente la rimozione del disco se non veniva dato un apposito comando.

Ma i dischi e le chiavette USB di oggi non hanno nessun meccanismo di blocco e l'utente può quindi toglierli da sotto il naso del sistema operativo. Che succede in questo caso? Se è in corso una scrittura o una lettura, ovviamente non verrà completata.

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A questo punto dipende da quanto è furbo il sistema operativo o il programma che stava leggendo o scrivendo: a volte va tutto bene, ma a volte si perdono dati in modo irrecuperabile.

Sembrerebbe abbastanza facile capire quando è in corso una lettura o scrittura, ma c'è il problema che molti sistemi operativi fanno di norma scrittura differita per migliorare le prestazioni, per cui quando si dà il comando di salvare un file molto grande, per esempio, in realtà il salvataggio viene scritto su disco più tardi, un po' per volta.

Inoltre è sempre più diffusa la prassi di indicizzare (catalogare) il contenuto del disco rimovibile, approfittando dei tempi morti del computer e dell'utente per scrivere su di esso dei dati di gestione, per cui può capitare che sia in corso una scrittura anche se l'utente non sta facendo nulla.


Stacca la chiave usb senza la rimozione sicura dell'hardware e fa esplodere il condominio (Fai clic sull'immagine per visualizzarla ingrandita)
La rimozione sicura dice al computer di finire tutte le operazioni di scrittura in corso, senza differirle, e avvisa tutte le applicazioni del fatto che il disco sta per essere rimosso e che quindi devono concludere le proprie attività sul quel supporto.

Il risultato di tutto questo è che se state soltanto leggendo file probabilmente potete fare a meno della rimozione sicura, mentre se state scrivendo su un dispositivo esterno non è il caso di rischiare e conviene passare da questa procedura, tenendo d'occhio la spia luminosa del dispositivo che indica tramite lampeggiamento che è ancora in corso dell'attività di scrittura o lettura.

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Paolo Attivissimo
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lunedì 6 luglio 2015

Ecco come gestire i backup Android rootati con un'app che permette di effettuare il backup di ogni singola app | Web Life Online

Ecco come gestire i backup Android rootati con un'app che permette di effettuare il backup di ogni singola app | Web Life Online: "Ecco come gestire i backup Android rootati con un'app dedicata come Parcel.

Se avete bisogno di una potente e funzionale applicazione con cui gestire i backup del vostro Android con i permessi di root abilitati, la nuova app Parcel potrebbe decisamente essere il programma giusto per voi.
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Disponibile gratuitamente su Google Play, Parcel offre una serie incredibile di funzionalità, molto avanzate, che permettono di effettuare il backup di ogni singola applicazione all'interno del nostro smartphone Android, consentendo di effettuare un ripristino completo di tutto quello che abbiamo installato.
Inoltre, è possibile effettuare dei backup pianificati e scegliere di disabilitare le applicazioni che riteniamo inutili ma che non possiamo disinstallare. 
Non manca la possibilità di condividere i nostri backup con altri utenti e di archiviarli nel Cloud, in modo da averli sempre a disposizione in qualsiasi momento.


App Android
Nome:  Parcel - Backup & Restore
Sviluppatore:  Ben Pye
Prezzo:  Gratis
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venerdì 3 luglio 2015

Apple Music, ai vostri brani caricati su iCloud viene applicato un DRM - macitynet.it



Pensateci bene prima di scegliere Apple Music, specialmente se siete già utenti iTunes Match: la differenza tra i due sta nei DRM ed è più grande di quanto si possa pensare

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Ad una prima occhiata le differenze tra la Libreria musicale di iCloud disponibile con Apple Music e iTunes Match sembrano impercettibili. La stessa Apple dice che sono “indipendenti ma complementari”. In realtà, come spiega McElhearn sul suo blog, la differenza più grande sta nella gestione dei diritti digitali (DRM, acronimo di Digital Rights Management).
Entrambi i servizi permettono di memorizzare i brani acquistati all’interno di una libreria personale consentendone l’accesso, il download e l’ascolto da più dispositivi. Tuttavia con iTunes Match, quando si scarica un brano della propria libreria, se presente su iTunes Store si ottiene una copia in alta qualità, se si tratta invece di un brano non disponibile nel catalogo, verrà scaricata una copia del file originale caricato in precedenza. In pratica viene riconosciuta la proprietà di quel file digitale e si avrà per sempre la possibilità di scaricarlo infinite volte, anche nel caso in cui l’utente decida di disdire l’abbonamento.
Memorizzando i brani nella Libreria musicale di iCloud invece, nel momento in cui si scarica il file si ottiene una copia del file con DRM, ovvero lo stesso tipo di file che si ottiene scaricando un brano da Apple Music per l’ascolto offline. Questo significa che sarà sempre necessario tenere sul computer (o su un hard disk esterno) la copia originale dei file visto che, nel momento in cui deciderete di non rinnovare l’abbonamento iTunes Match, non sarete più in grado di ascoltare i brani caricati precedentemente.
Se questo concetto è ora chiaro a tutti, quello che preoccupa attualmente gli utenti è il problema di sincronizzazione della propria libreria musicale. In base a quanto si apprende, chi in precedenza aveva un account iTunes Match ed ora si è abbonato ad Apple Music, si sta ritrovando di fronte a copie (virtuali) inutili dello stesso brano, oltre ad album per metà “matchati” e per metà disponibili su Apple Music, con tutti i problemi di organizzazione che ciò comporterà al termine del periodo di prova gratuito se non si deciderà di rinnovare l’uno o l’altro abbonamento.
Se scaricate i brani da Apple Music sull’hard disk del vostro Mac per l’ascolto in differita otterrete un archivio con DRM che sarà posizionato in una cartella apposita.

Velocità della connessione

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